Volvo 240, 40 anni di innovazione
La Volvo 240 compie 40 anni. Un anniversario quello della berlina svedese, che è il modello più venduto della casa automobilistica, oltre a essere diventato un vero e proprio mito.
Forse non ancora considerato un vero cimelio tra le auto d’epoca, di fatto rappresenta l’essenza Volvo, e ha dato un chiaro segno di riconoscibilità al marchio, anche grazie agli oltre 2 milioni di esemplari venduti dalla serie 200.
Che la Volvo 240 sia stata una macchina di successo lo dicono appunto i numeri di vendita, ma anche quelli di produzione. Le catene di montaggio, infatti, sono state attive per ben 19 anni. Fino al 1993.
LA GENESI DELLA SERIE 200. All’alba degli anni ’70, gli ingegneri della casa automobilistica di Goteborg stavano lavorando a un nuovo prototipo per sostituire il modello 140, che aveva portato al successo internazionale il marchio Volvo, ma iniziava a sentire il peso degli anni, e soprattutto la difficile concorrenza delle prestigiose automobili tedesche.
La 240 doveva essere un modello in continuità con la 140, prendendo anche le innovazioni arrivate dal prototipo VESC (Volvo Experimental Safety Car). L’obiettivo era chiaro: ottenere un’auto più affidabile, efficiente, e sicura.
Ed è la stessa Volvo ad ammettere che il design non era il massimo, ed è stato accolto in modo piuttosto freddo dalla critica. Però «è stata per molti anni l’auto più sicura in tutto il mercato automobilistico».
L’ATTENZIONE ALL’AMBIENTE. Oltre alla sicurezza, con la Volvo 240 ci fu una svolta nell’attenzione all’abbattimento delle emissioni nocive, che in sostanza ha dato al via al processo evolutivo che ancora oggi vede coinvolta attivamente tutta l’industria automobilistica.
L’obiettivo di Volvo era di ridurre le emissioni di sostanze nocive, come gli idrocarburi, il monossido di carbonio e l’ossido di azoto. E sulla Volvo 240 venne montata una soluzione innovativa: la sonda lambda. Un’innovazione che ha permesso di tagliare le emissioni, grazie al miglioramento della combustione.
LA VOLVO PIÙ VELOCE. La fama di auto brutta e noiosa è di fatto scomparsa dal curriculum della Volvo 240 negli anni ’80. La casa svedese, infatti, nel 1983 aveva fondato la Volvo Motorsport Division, e realizzò diversi esemplari per correre nel gruppo A. Scelta vincente, visto il successo nel campionato mondiale del 1985, con le 240 guidate da Thomas Lindstorm e Gianfranco Brancatelli.
IL CANTO DEL CIGNO. Alla fine degli anni ’80 si sviluppa un grande mercato dell’usato per questo modello, molto diffuso e soprattutto molto affidabile. Così, da Volvo Italia, parte l’idea di contrastare il mercato dell’usato, dove i prezzi stavano crescendo molto.
Così è stata lanciata la linea Polar, una versione dal prezzo abbordabile, che ha fatto ripartire le vendite, affiancata dalla Superpolar, full optional ma tutto sommato anch’essa economica.
Il canto del cigno della serie 200, che ha lasciato le catene di montaggio il 7 maggio del 1993.
Dopo aver consegnato l’ultimo modello di produzione a una signora svedese, con cerimonia di consegna delle chiavi da parte del presidente di Volvo, Pehr Gustaf Gyllenhammar.
A quel punto, finita la produzione commerciale, è stato assemblato un modello unico a passo corto. Per celebrare la riduzione dei tempi di produzione della serie 200 nel corso degli anni.