Tino Brambilla, una vita al massimo
Una serata tra miti e leggende delle corse e della Formula 1 di un tempo, e di un mondo delle corse che oggi si può solo immaginare, nei ricordi di chi l’ha vissuto. Palcoscenico lo storico Bar Bencini di Inverigo (Como), per la presentazione del libro “Mi è sempre piaciuto vincere” (Giorgio Nada Editore): biografia del famoso pilota monzese Ernesto Brambilla, meglio conosciuto alle cronache come Tino, fratello maggiore dell’altrettanto famoso Vittorio, il “Gorilla di Monza”.
Il volume è stato scritto da Walter Consonni, fratello del pilota Peo Consonni, quest’ultimo allievo prima in officina e poi in pista del signor Brambilla.
La serata è stata aperta dal giornalista locale Carlo Gaeta ed organizzata dalla titolare del bar Paola Bencini.
L’evento è stato occasione di incontro tra vecchie conoscenze sia dei Brambilla che dei Consonni: gente accomunata da una grande passione per i motori. Nel corso della serata Tino ha rispolverato vecchi ricordi circa la sua carriera di pilota di motociclette e di auto monoposto, il rapporto di lavoro col Drake di Maranello, la lunga amicizia con Frank Williams e di quando ha cresciuto agonisticamente il giovane Peo. In particolar modo Brambilla ricorda di quando il giovane e squattrinato Frank Williams, non ancora raggiunto il successo in Formula 1, fosse costretto ad alloggiare a casa da lui e a vendere vecchi ricambi nel paddock per rimediare i soldi da usare nel viaggio di ritorno in Inghilterra. Grazie al pilota monzese pare che il team principal britannico sappia parlare non solo un perfetto italiano ma anche un ottimo dialetto brianzolo.
Anche lo stesso Consonni ha raccontato interessanti aneddoti della sua vita spericolata al volante, come quando ha partecipato a più edizioni della Parigi-Dakar, rischiando più volte la pelle, affrontando il difficile clima desertico, tra avversari rimasti a piedi bisognosi di salvare la loro moto e i tuareg pronti a cannibalizzare i mezzi guasti lasciati incustoditi sotto il sole.
Lo scrittore Walter ha avuto modo di rendere partecipe il pubblico presente sulla sua passata esperienza come allenatore della nazionale italiana di ginnastica femminile.
Ciò che è risaltato di più dalle parole di Tino, ma anche di Peo, è stato il grande impegno, la dedizione e soprattutto i grandi sacrifici ai quali uno sportivo doveva far fronte per raggiungere un livello di fama e di categoria così alto. Memorie di un’epoca in cui anche un semplice meccanico, pur con enormi sforzi e tanti soldi spesi, aveva la possibilità di salire sui podi dei circuiti più importanti e delle gare più prestigiose, e come è successo a Brambilla, di ricevere pure un posto d’onore tra le amicizie personali di Enzo Ferrari e di Frank Williams.
Un libro, la cui stesura è stata un atto dovuto per celebrare le gesta e la vita di un“gentleman driver”, uno che con le due e le quattro ruote ha sempre volato alto ma rimanendo sempre coi piedi per terra una volta fuori dall’abitacolo. Uno dei pochi casi recenti di biografie fatte dopo che il protagonista ha già raggiunto una certa età e smesso di correre, dato che al giorno d’oggi si è soliti, principalmente per motivi di marketing, dare alle stampe il libro su uno sportivo quando ancora quest’ultimo è appena all’inizio della sua carriera e ha raggiunto da poco la fama.
L’opera di Walter Consonni rappresenta anche una preziosa testimonianza del mondo delle corse di alcuni decenni fa, quando ancora si poteva girare liberamente per i box senza i pass vip al collo o dove i vari piloti risolvevano i loro screzi tra fusti di olio e gomme usurate dopo una gara finita male.
Sul finire della serata si è festeggiato l’ottantaquattresimo compleanno di Tino e si ha avuto modo di scambiare quattro chiacchiere tra amici.
La festa è stata una valida circostanza per riconoscere la grande carriera di un grande nome dell’automobilismo sportivo; un uomo le cui imprese meritano di essere prese d’esempio tanto dai semplici appassionati quanto dalle nuove generazioni di piloti.
Augusto Pellucchi