Venerdì 1 febbraio 1985 è un giorno storico per il marchio Peugeot. Proprio in quella data, infatti, la casa automobilistica del Leone ha vinto per la prima volta il Rally di Montecarlo. Ela regina di questa competizione è stata una Peugeot 205 Turbo 16.
Dopo aver dominato con la 404 e la 504 le grandi “classiche” del Continente africano, suo mercato d’esportazione principale, nel 1984 Peugeot entra nel Campionato Mondiale Rally affrontando le migliori Gruppo B, ossia le vetture tecnicamente più esasperate. Lo fa con la 205, il modello della grande svolta commerciale e produttiva, destinato a ringiovanire l’immagine del Marchio.
LA MANO DI JEAN TODT
Il nuovo programma agonistico, con a capo Jean Todt, si concentra sulla 205 Turbo 16. Di questa ne dovranno essere prodotti 200 esemplari stradali necessari per l’omologazione in Gruppo B, e, secondo il regolamento del Mondiale Rally, almeno 20 in configurazione “evoluzione” destinata alle competizioni.
Alla vigilia del Rally di Montecarlo, la nuova Peugeot 205 Turbo 16 è già una macchina vincente.
Nell’84, dopo l’esordio al Tour de Corse, infatti, ha vinto le ultime tre gare iridate della stagione con Ari Vatanen-Terry Harryman, primi al 1000 Laghi in Finlandia e al RAC in Gran Bretagna, entrambe le prove su fondi sterrati, e il Sanremo, con i tipici asfalti liguri e i magnifici sterrati toscani.
I piloti di questa edizione sono Ari Vatanen-Terry Harryman (telaio C11) unitamente a Timo Salonen-Seppo Harjanne (telaio C10), Bruno Saby-Jean François Fauchille (telaio C6).
Il percorso è lungo complessivamente 3883 chilometri, comprensivo della tappa di concentrazione e comprende 33 Prove Speciali, per un totale di 860,7 chilometri.
PARTENZA ALLA GRANDE
Vatanen parte subito alla grande e vince la prova d’apertura, sui 2 chilometri di Dunières, ripresa in diretta da TF1. Poi è Walter Röhrl, già quattro volte vincitore al “Monte”, che prende il largo. A partire dalla terza prova del Percorso Comune, però, Vatanen attacca a fondo, marciando a 160-180 km/h in sbandata sulla neve nelle curve più veloci. Vince cinque PS e a Grenoble può già contare su un vantaggio di 2’04” sul campione tedesco, vantaggio che sale poco dopo a 3’19”.
L’ERRORE E LA DELUSIONE
Ma ecco il colpo di scena. Al controllo di Gap, Harryman sbaglia i calcoli e timbra con 4’ d’anticipo. Röhrl torna di nuovo in testa, e questa volta con ben 4’41”. La delusione s’impadronisce della squadra.
«Gap…Hotel de la Paix, Vatanen e Harryman mi prendono da parte per annunciarmi una cosa spaventosa”, così Jean Todt ricorda quei momenti nel libro “205 Storia di una Sfida”.
«Terry ha timbrato con quattro minuti d’anticipo. Nei rallies i minuti d’anticipo contano doppio. Il risultato è otto minuti di penalizzazione in tempo reale. Reclamo e mi metto a calcolare: numero di chilometri rimanenti della prova di classificazione, media dello scarto Vatanen-Röhrl. La posta è impossibile: Ari è condannato al secondo posto». L’unico a mantenere i nervi saldi è proprio Vatanen. «Prima della partenza, Ari mi spaventa: “Vinceremo comunque” », continua Todt.
LA TENSIONE DI WALTER ROHRL
Il percorso finale sarà più decisivo che mai. Le prime due PS vedono gli scratch di Biasion sull’unica PS interamente asciutta, e di Saby a La Couillole, dove Vatanen guadagna 22” su Röhrl. Ora è il tedesco e il suo team ad innervosirsi …e ci scappa l’errore clamoroso. Nella speciale Théniers-Toudon, i ricognitori consigliano gli slick. Röhrl nel tentativo di distanziare l’avversario di cui sente ormai il fiato sul collo, ci prova. Ma il rischio non paga e alla fine della PS accusa 2’23” da Vatanen.
«Röhrl ci passa davanti con dei racing. “Piccoli chiodi”, dice dopo un’esitazione Vatanen che preferisce sempre delle soluzioni sicure e confortevoli», racconta Jean Todt nel libro.
«Mi giro verso André (De Cortanze): “è qui che si decide il rally”. Ci affrettiamo verso l’assistenza successiva. Chiamo gli organizzatori, in linea diretta con l’arrivo della prova. “Non muoverti, domandiamo, mi dicono… Ce n’è una che arriva, credo che sia la 2…Sì, è così: è Vatanen” . Due minuti dopo e Röhrl non è ancora arrivato. Ari passa in testa con un minuto e mezzo di vantaggio. E vince».
Di fatto, Vatanen e la Peugeot 205 Turbo 16, al quarto en-plein consecutivo, salgono in cattedra e alla fine chiudono con 5’17” su Röhrl, in una classifica che vede al terzo posto Salonen e quinto Saby. Tre Peugeot nella top-five aMontecarlo».
PEUGEOT 205 TURBO 16, UN MOSTRO DA GARA
Il motore (XU8T), realizzato sulla base del blocco XU comune alla 305 GTX e alla 205 GTI di serie, è un quattro cilindri, 16 valvole con testa in alluminio, sovralimentato con turbocompressore KKK (con valvola di scarico separata e pressione di sovralimentazione di 1,4 bar) e scambiatore di calore misto, aria/aria + aria/acqua. La cilindrata è di 1775 cc (alesaggio e corsa 83 x 82 mm). Raggiunge una potenza di 200 cavalli a 6.750 giri al minuto.
L’XU8T è montato trasversalmente in posizione centrale-posteriore, tra l’abitacolo e le ruote posteriori. Ciò consente di realizzare una vettura molto compatta, con un passo di 2.540 mm, lunga 3.823 mm e larga 1.674 mm.
Altro elemento clou della 205 Turbo 16 è la trazione integrale, per fronteggiare al meglio le più recenti Gruppo B, con differenziale anteriore e posteriore a treno epicicloidale, slittamento limitato tipo Ferguson e ponte posteriore Hypoide. Il cambio è un cinque marce tipo TJ, le sospensioni sono a doppio triangolo con molle e ammortizzatori coassiali ancorati sul triangolo superiore, i freni a dischi ventilati AP, con pinze a quattro pistoncini, e i cerchi sono da 15”. Il tutto per un peso di 990 chili.