Milano Sanremo 2019, Sangue Blu e piede pesante
L’ultimo fine settimana di marzo si è svolta la Coppa Milano Sanremo, la più antica gara di regolarità in Italia. Un filone di bellezze a motore, portate da equipaggi provenienti da tutto il mondo, che si è mosso dal Tempio della Velocità passando all’ombra della Madunina, attraversando le verdi colline piemontesi e toccando la riviera Ligure fino a raggiungere il Principato di Monaco.
Ho avuto modo di seguire personalmente l’evento, in qualità di copilota, insieme al Conte Andrea Boezio Bertinotti, presidente della Scuderia Savoia Cavalleria, e alla sua intramontabile Fiat 503 Torpedo del 1926 di colore blu, come quella della omonima canzone. Un’auto che richiede un bel polso per essere guidata in quanto priva di servosterzo, servofreno, abs e tutte quelle dotazioni che ormai già da decenni fanno parte dell’allestimento base di qualsiasi vettura. Come ammesso dal Conte, il quattro cilindri di 1460 cc non è in grado di reggere il confronto con le tante partecipanti costruite dagli anni cinquanta in poi.
In salita i 27 hp si mostrano un poco sofferenti e il suo cambio richiede un braccio muscoloso per via di un ingranaggio consumato, ma volete mettere l’emozione e il brivido di percorrere km di strade, spesso e volentieri di paesini di campagna o di montagna, con il vento in faccia, senza appigli a cui aggrapparsi e lavorando molto di corpo come facevano i nostri bisnonni?
La nostra Torpedo blu ha un passato molto interessante alle spalle: trattasi dell’auto privata del Prin-cipe Adalberto di Savoia, vincitore su Alfa Romeo 1750 della Milano Sanremo nel 1933, poi auto di servizio dell’ambasciata italiana in Svezia ed infine ritrovata casualmente dal Conte in una collezione privata .
Come persona più celebre a partecipare alla corsa c’è stato il suo presidente onorario, Sua Altezza Reale il Principe Emanuele Filiberto di Savoia, grande appassionato d’auto e veterano di questo tipo di eventi, al volante di una pepatissima Fiat 1100 TV del 1955, di una sgargiante tinta bicolore, af-fiancato dal suo fido navigatore Simone Balestrini.
Giovedì 28 marzo
Mi presento al paddock dell’Autodromo Nazionale di Monza di buon mattino. Sento ancora addos-so un po’ di agitazione trattandosi della mia prima volta in una gara di regolarità, per di più su un’auto anteguerra. Intorno alle 10 sul piazzale si radunano tutte le auto iscritte alla gara iscritte a varie scuderie oltre alla nostra come quella del Portello o il CMAE. Ci sono gioielli come Alfa Giulia SS, alcune Lancia Aurelia B24 Spider, alcune Mercedes 300 SL Gullwing, compresa quella famosa recuperata dall’isola di Cuba, alcune 190 SL ed SL Pagoda, una Fiat 1100 Coupè Pininfarina, una Ferrari 195 Inter, alcune MG A, una Ermini 750 Sport di due scatenatissime russe, una Fiat Dino Spider con un equipaggio tutto al femminile, un’Aston Martin Le Mans, alcune Porsche 356, tra cui quella di Zegna di Ermenegildo Zegna, una Innocenti Spider S di due arzille signore, alcune 911, tra cui una Carrera Targa 3.0, una Ace Bristol, una Saab 93 A, due Jaguar XK 140, una Ferrari 365 GTC Coupè, due Volvo PV, una Volvo P120, le Peugeot 403 e 203 del team Classic Lions, un’Alfetta del-la Polizia di Stato, una BMW 2002 Turbo e la Giulia Familiare, probabilmente ex Pantera della Poli-zia, che, insieme alla 1900 ex Carrera Panamericana, è in dotazione alla Scuderia del Portello.
A tenere in alto i colori della Scuderia Savoia: la 1100 TV del Principe, la nostra 503 Torpedo e una 130 coupè. Ad assistere alla giornata d’inizio dell’evento è venuto anche il Principe Serge di Jugo-slavia. Alla manifestazione per la prima volta hanno partecipato anche modelli più recenti, costruiti fino al 1990, inquadrati in una categoria a parte, prettamente turistica, come la Ferrai 328 GTB nera.
Nel corso del tragitto le auto saranno affiancate anche da alcune Guzzi messe a disposizione diret-tamente dalla Casa di Mandello con cui alcuni privati proveranno l’ebrezza della Milano Sanremo. Alla sola tappa di Monza si sono presentate anche altre vetture appartenenti ad un evento parallelo, con lo scopo di rendere omaggio alla Coppa come Fiat Ritmo 105 TC, una 500 Gamine Vignale e una Maserati Biturbo Spider.
Pur trattandosi di un giorno infrasettimanale al paddock si sono riversati tanti spettatori, attirati an-che dalla possibilità di vedere gli equipaggi muoversi in pista, cosa che il Conte ha preferito non fare considerando l’impari lotta che la Torpedo avrebbe potuto condurre contro le varie MG e Porche.
Nel primo pomeriggio finalmente si parte. Il corteo si muove attraverso il parco in direzione del cen-tro di Monza ricevendo un’accoglienza calorosa, poi si sposta alla volta di piazza Duomo a Milano. Dopo una breve sosta di presentazione le auto vanno in via Montenapoleone e nel quadrilatero della moda, infine passaggio per i bastioni di porta Venezia e arrivo all’Hotel Melià, nel cui parcheggio la 503 riceverà una bottarella accidentale, al parafango sinistro posteriore, da parte della 130. Alla sera ha luogo la cena di gala. La serata si protrae piacevolmente fino a tardi, in attesa dell’inizio vero e proprio della corsa.
Venerdì 29 marzo
Dopo aver masochisticamente dormito poco, appena quattro ore scarse, mi presento pronto all’ingresso dell’albergo dove mi raggiunge il Conte. L’emozione e la carica di partire sono tante e ciò mi fa dimenticare di avere goduto di poco sonno la notte prima. Gli equipaggi giungono davanti alla sede dell’ACI di Milano da dove inizierà la corsa.
Con un po’ di confusione e disorientamento, anche per via dell’intenso traffico cittadino, le auto escono dall’area metropolitana e seguendo il naviglio, attraversano le verdi campagne a sud in dire-zione Lodi. La 503 affronta senza paura le normali strade odierne, lungo il percorso i passanti, gli automobilisti e i motociclisti che incrociamo, con curiosità e un fare divertito, ci fanno i complimenti per il modello. Dopo una breve sosta presso il bellissimo centro storico di Vigevano ci rimettiamo in viaggio verso il Piemonte. Lungo il tragitto ci fermiamo per un paio di volte, per controllare il lieve sgocciolamento dell’olio dalla coppa, fortunatamente non al punto da destare preoccupazioni, e il fastidioso ticchettio dei due pezzi del parabrezza che si toccano tra loro.
A pranzo ci fermiamo tutti presso Villa Pomela a Novi Ligure, una cornice perfetta per scattare delle foto. Una volta ripartiti ci buttiamo sulle tortuose, più che altro per la mole della nostra vettura, stra-dine degli appennini, tra gli sguardi dei pochi agricoltori che ci capita di incrociare. Il meteo non può essere dei migliori, il cielo è limpido e la temperatura è tale da permettere di girare solo in felpa. Una volta entrati in Liguria ci fermiamo per un breve ricongiungimento con gli altri equipaggi. Successi-vamente avviene la prima grande botta di sfortuna: l’ingolfamento del carburatore. Trattasi di un carburatore progettato e costruito in casa dalla stessa Fiat e non da fornitori esterni. Il Conte prova a smontarlo e rimontarlo più volte, insozzandosi le mani di benzina, ma niente, ci ritroviamo quindi costretti a chiedere l’intervento dell’assistenza mobile. Bertinotti sale sul carro attrezzi insieme all’auto mentre io proseguo il tragitto su una nuovissima Mercedes Classe C dello staff di gara. Do-po aver fatto una lunga serie di tornanti appenninici arrivo a Rapallo col cielo già buio. Noi della Scuderia Savoia e gli altri corridori ci rincontriamo per una tranquilla cena a buffet nel ristorante dell’albergo. Dopo aver fatto due passi nel parcheggio di fuori ad immortalare le macchine e il pano-rama del golfo è giunto il momento per andare a letto. Domani ci aspetta un’altra lunga giornata di viaggio.
Sabato 30 marzo
Dopo una gustosa ma non troppo abbondante colazione ci raduniamo tutti al porto Carlo Riva di Rapallo, che ancora porta i segni del devastante cataclisma che vi si è abbattuto l’anno scorso, per la partenza. Il sole che picchia mette di buonumore e ci fa ben sperare circa la tenuta della 503 che, la notte precedente, è stata sottoposta a manutenzione dal meccanico di fiducia del Conte al fine di farci evitare altri guai.
Subito ci mettiamo sui tornanti che sovrastano Rapallo e da lì, in mezzo a palme e ville in stile Liber-ty, godiamo di un paesaggio molto suggestivo sul mare.
Dopo aver perso la strada decidiamo di passare per la zona portuale di Genova. Una scelta che fin da subito ci ha dato delle belle soddisfazioni dato che tutti i passanti, in particolar modo i motocicli-sti, ci fanno segno di ammirazione. Praticamente siamo stati quasi accolti come degli eroi in solitaria.
Dopo essere usciti dal capoluogo ligure, dopo una piccola sosta, notiamo che l’auto fa fatica a ripar-tire da spenta. Capiamo che la batteria ha fatto “ciao ciao”. Dopo qualche spintarella faticosa riu-sciamo a rimetterci in marcia e alla prima officina facciamo mettere la batteria nuova, già che ci sia-mo ci facciamo rabboccare anche un po’ l’olio.
Ci sembrava di esserci lasciati tutti i problemi alle spalle, ma all’altezza di Rapallo notiamo l’irreparabile: la coppa dell’olio sbrodola in quantità esagerata. Qui, lungo il bellissimo lungomare di questa località balneare, alziamo bandiera bianca e il Conte si rassegna a chiamare il carro attrezzi. La 503 verrà portata direttamente a Montecarlo e da lì, insieme ad altre vetture a gara terminata, carica-ta sulla bisarca e riportata a casa.
Pilota e copilota prendono così un passaggio dalla C45 AMG coupè di servizio della gara e si fanno portare direttamente al porto turistico di Loano, presso il locale Yatch Club, dove ci rincontriamo con gli altri equipaggi e ci consoliamo con un bicchierino di bianco e un ricco buffet.
Andrea salta a bordo della 1100 TV del Principe mentre io proseguo come passeggero della AMG. Gran bella macchina, davvero ben fatta e anche veloce, ma lasciatemi dire, con tutta francezza, che fare il viaggio in Torpedo era tutt’altra cosa. Non c’è assolutamente paragone.
Facciamo tappa a Sanremo, nella piazza davanti il Casinò, dove io ne approfitto per scattare delle foto e aggiornare Boltin della iella che ci è capitata.
Proseguiamo poi il viaggio a bordo della moderna per arrivare alla destinazione finale: Montecarlo.
Comincio a rendermi conto della località in cui mi trovo quando la macchina entra nel famoso Le Tunnel, che io ho sempre finora visto solo in foto e in tv durante i gran premi. Dopo un breve tratto di strada in mezzo ai grandi palazzi raggiungiamo finalmente il Monaco Boat Service, lo storico cen-tro di vendita ed assistenza del prestigioso marchio Riva, dove alcune vetture partecipanti alla gara vengono fatte accomodare insieme ad alcuni splendidi motoscafi e agli equipaggi viene offerto un sontuoso aperitivo e un libro in omaggio. Il tempo a disposizione è poco e se rimango lì troppo a lun-go succede che mi svanisce la fame per dopo. Dunque mi reco con gli altri all’Hotel Fairmont, quello famoso che dà direttamente sulla curva dell’Hairpin, a depositare le valigie ed ad imbellettarmi per la serata di gala, condividendo lo stesso tavolo con S.A.R., durante la quale vengono svolte le pre-miazioni.
Il gradino più alto del podio viene conquistato dall’equipaggio con la Fiat 508 seguito dalle due Volvo, la PV444 e la P120. Il Premio degli Ordini Dinastici di Casa Savoia per il fair play, istituito per ricordare la vittoria di Ermenegildo di Savoia nel 1933 con la nostra stessa Torpedo, viene vinto dalla coppia con la Fiat Dino Spider che, nel corso della serata, faranno incetta di altre coppe ed al-trettanti riconoscimenti. Il Principe Emanuele Filiberto e il copilota Simone Balestrini hanno ottenuto il premio per la Coppia più Frizzante tra quelle partecipanti all’evento.
Al termine della serata ci concediamo due passi intorno al Casinò, molto suggestivo se visto di notte, col sottoscritto che si accinge a fare due foto qua e là come un qualsiasi turista scemo di quarto ordi-ne, facendo però attenzione a non finire troppo nell’occhio dei facoltosi rampolli in uscita dagli esclusivi locali del centro.
Questa è stata per me una delle esperienze più eccitanti della mia vita, mi sono sentito catapultato in un mondo che, prima d’ora, sinceramente non sapevo minimamente neanche come girasse. Ho avuto occasione di conoscere tante persone nuove che, come me, sono malate di automobili. Ho avuto mo-do di vedere così tanti esemplari insieme di auto che fanno cifre da capogiro alle aste. Ho toccato con mano a cosa può spingere a fare una passione sfrenata come quella che abbiamo noi.
Ringrazio vivamente il Conte Andrea Boezio Bertinotti di avermi preso come copilota e di avermi portato con sé lungo questa fantastica esperienza e così pure al Principe e a tutta la Scuderia Savoia Cavalleria di avermi volentieri accettato tra loro. Un doveroso ringraziamento anche all’equipaggio della Fiat 130 per avermi tenuto la valigia nel loro bagagliaio per tutto il viaggio, dato che a lasciare le cose incustodite su una convertibile aperta comporta dei rischi.
Un’esperienza alla quale, sia io che il Conte, abbiamo partecipato senza alcuna pretesa di arrivare in alto nella classifica, se mai siamo riusciti in qualche modo a classificarci, ma che ci ha fatti sentire lo stesso pienamente realizzati.