Milano Autoclassica 2018, un altro colpo a segno

3 dicembre, 2018 | Augusto Pellucchi

Milano Autoclassica 2018

Milano Autoclassica.

Milano AutoClassica è un appuntamento ormai consolidato e che attira acquirenti, venditori e semplici visitatori da tutta Europa. Una manifestazione che ha una considerazione molto ampia di quello che si può intendere come “auto d’epoca”, tanto da ospitare da sempre gli stand ufficiali di alcune case automobilistiche che mostrano alcuni loro modelli del passato
insieme a modelli del presente.
Il punto forte della manifestazione è sempre stata l’ampia presenza di venditori con le loro storiche e gli specialisti del restauro. Notevole spazio viene sempre dato anche a Club, registri storici, ricambisti e venditori di automobilia.
Quest’anno è stata presente, in veste di special guest, una delegazione di Retro Classics Stoccarda, una delle più note fiere del settore in Germania.



Appena entrati, le tre vetture poste a farsi ammirare all’ingresso sono alcuni tra i modelli più significativi della storia di Porsche: la 356 Carrera Speedster del 1958, la 906 del 1966 e la 550 RS del 1955, auto valutate con cifre a nove zeri.
Il tema a cui Milano Autoclassica dà maggior risalto quest’anno è il settantesimo anniversario della fondazione della casa di Stoccarda, ben rappresentata non solo dal suo stand ufficiale, ma anche da alcuni suoi pezzi pregiati presso lo stand di Aci Storico, dove, nel corso dei tre giorni di manifestazione, alcuni nomi illustri hanno raccontato diverse storie delle corse del passato, come Giancarlo Minardi sul suo trascorso in Formula 1.

Le tre regine,

Tra gli stand ufficiali delle case si sente la mancanza di nomi sempre presenti alle scorse edizioni quali Maserati, Mercedes, Abarth, Jaguar e Alfa Romeo, col museo storico di quest’ultima presente
solo con un piccolo spazio di rappresentanza e senza vetture esposte. Mancanze colmate però dalla presenza di due importanti new entry: Pagani, con due splendide Zonda, e Alpine, con alcune A110 di ieri e di oggi.
Da non dimenticare ovviamente gli stand di McLaren, Bentley, Lotus e Bmw. Impossibile poi non visitare quello del museo Ferrari, con la 126 di F1 guidata da Villenueve, e quello di Ferrari Classiche, dove era esposta una Ferrari 750 Monza del 1955, lo stesso esemplare su cui morì Alberto Ascari.
Quest’anno Milano Autoclassica è stata un’importante occasione per la presentazione al pubblico di alcuni modelli nuovi. Lotus ha mostrato per la prima volta al pubblico italiano la nuova Exige 410, evoluzione da oltre 400 cavalli di un modello di successo che ancora non si arrende al passare degli anni.

In un angolo del padiglione 18 una sagoma coperta da un telo nero attira curiosità: è la Leoni Extrema, modello che segna l’inizio dell’avventura nell’automotive per l’imprenditore Leonardo Foschi. Una grossa SUV-coupè, mossa da un V12 di ignota provenienza da 730 cv, che stando alle dichiarazioni di chi l’ha realizzata non teme confronti con le marche più blasonate. Testimonial d’eccezione: Giancarlo Minardi e Dj Ringo.
Poco distante un piccolo atelier, la Boldrinauto, ha portato al debutto una nuova reinterpretazione della Lancia Stratos chiamata Stratosferica. Non si tratta di quella costruita da zero su base F430, ma più semplicemente di un kit di elaborazione estetica per l’Alfa 4C, applicabile e rimovibile in qualsiasi momento e senza necessariamente sacrificare la biposto del biscione.
Le auto esposte dai salonisti e dai privati sono sempre state il vero spettacolo di questo evento. Modelli come Alfa Romeo Giulietta Spider, Ferrari BB, Ferrari 308, Porsche 959, Mercedes SL, Lancia Flaminia Touring, DeTomaso Pantera, Lancia Delta S4, Jaguar E Type e tante altre stavano fianco a fianco ad altri meno altolocati come Golf GTI, Fiat Ritmo e Fiat 1100.

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Tra le auto presenti mi sono saltate all’occhio la Panda 4×4 appartenuta all’Avvocato Agnelli restaurata dall’atelier Garage Italia del nipote Lapo, e un esemplare di 1100 Familiare appartenuta a Sugar Fornaciari. Tra le grandi rarità, quelle che probabilmente non capiterà più nella vita di rincontrare neanche ai concorsi d’eleganza, sono da ricordare una 128 Smart, opera del carrozziere Francis Lombardi, e una 500 costruita su licenza in Austria dalla Steyr Puch.
Notevole anche una Fulvia HF prima serie che è stata sottoposta ad un intenso lavoro di ammodernamento, con un nuovo frontale, interni radicalmente cambiati e meccanica aggiornata.
Tra le sportive estreme mi sono balzate all’occhio due perle: una nuovissima Dallara Stradale e una replica in chiave moderna della 911 RS prima serie, che non è una Singer ma le assomiglia molto.

Una volta messo piede all’aperto si nota la mancanza della pista nella zona di carico e scarico della fiera. Un’attrazione immancabile nelle scorse edizioni e che dava sicuramente un po’ di brio in
più all’evento che non guasta mai.
Nel padiglione 22 esposti i lotti in vendita all’asta organizzata da Cambi. Trattasi di auto, in gran parte da competizione di categorie differenti, molte delle quali provenienti dalla collezione del pilota Gianni Giudici. Pur non trattandosi di una mostra gigantesca come l’indimenticata asta Duemilaruote del 2016, quella che mi sono trovato davanti è stata una bella varietà di vetture tra cui due esemplari unici di Maserati Coupè Gran Sport che hanno corso alla 24h del Nurburgring del 2006, una Ford Taurus del campionato Nascar, una 911 Cabrio allestita da Rinspeed, una Viper GT3 del 2008, una Golf TDI terza serie da competizione preparata direttamente da VW Motorsport, una Jaguar E Type reduce di diverse gare per auto storiche, un’Alfa SZ Trofeo che partecipò nel 1993 al campionato monomarca, una monoposto Symbol appartenuta ad Arturo Merzario e una Opel Astra tre porte del 1994 con motore 3.0 V6 per i rally su ghiaccio.
All’incanto anche due propulsori da corsa Alfa Romeo: un V6 2.5 per le 155 del campionato DTM e un V10 per la 164 che avrebbe dovuto gareggiare nel campionato Pro Car.

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Anche tra gli stand dei restauratori ho avuto modo di vedere tante auto interessanti, in particolar modo una ID Break venduta in blocco insieme ad una canoa sul tetto e ad una roulotte d’epoca.
Nello stand di Retro Classics Stoccarda, insieme a due belle 300 SL e ad una Serie 5 Alpina, era esposto un pullman allestito con una sala di proiezione interna, sui cui schermi veniva proiettato una sorta di trailer di presentazione della mostra tedesca.
E ora il punto focale di questo report: le tante auto esposte e i loro prezzi.

Negli ultimi anni abbiamo visto tutti che le quotazioni di tanti modelli, anche di quelli meno ricercati, hanno subito un notevole aumento. Tuttavia, è ancora possibile portarsi a casa qualche chicca senza far troppo male al proprio portafoglio, come una Jaguar XJ40 del 1993 a 8.000 €, una Mercedes W115 a 6.000 €, o, se siamo disposti a rinunciare ad un po’ di comfort, un’Alfa 146 pronta per le corse a 5.500 €. Non sarà affascinante come la Flaminia Zagato da 385.000 €, la Ferrari 330 GTC da 635.000 o la 300 SL da 960.000 €, ma di sicuro ha quanto basta per divertirsi.

L’auto più strana tra quelle esposte è stata una Maserati Coupè Gran Sport con la griglia proveniente da una Gran Turismo e tinta di un acceso arancio.
Quella col prezzo più ingiustificato rispetto ai contenuti è stata una replica del Citroen Type H, a 56.000 €. In realtà si è trattato di un odierno Jumper, gemello francese del Fiat Ducato, a cui hanno posto dei pannelli esterni sui lamierati per cambiarne l’aspetto. Idea carina, ma quei soldi per un furgone di oggi sono troppi.
Anche quest’anno Milano Autoclassica conferma di aver conquistato e anche di essersi fidelizzato un ampio numero di spettatori ed espositori. Speriamo quindi che, come suggerisce l’ampio capannone vuoto di fianco all’ultimo padiglione, potrà ulteriormente crescere come dimensione.


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