Michele Mouton è una donna che ha sempre saputo il fatto suo. Coraggiosa, abile alla guida, è anche riuscita a sopravvivere ad alcune tra le automobili più pericolose della storia. La sua carriera nel mondo delle corse è iniziata nel 1974, ed è continuata fino al 1986. E durante questo percorso da professionista, si è messa al volante di macchine di tantissimi costruttori, tra cui Alpine, Fiat, Peugeot e Audi.
Oltre a un grande spirito competitivo, Michele – nata nel 1951 – aveva anche grandi doti sportive, dall’istinto alla coordinazione: cose tipiche degli atleti di alto livello. E così ha potuto dimostrare le sue capacità distinguendosi su ogni tipo di terreno e con ogni condizione climatica.
L’ha fatto guidando la Lancia Stratos in ogni parte d’Europa, e stabilendo il nuovo record della gara in salita di Pikes Peak, nel 1985, guidando una Audi Quattro S1.
La sua passione più grande è sempre stata correre nel Gruppo B (ecco come sarebbero oggi queste macchine da rally), una categoria di adrenalina pura e anche molto pericolosa. Forse anche per questo la più seguita ed emozionante nella storia di questo sport.
E la sua fedele compagna per i successi è stata l’Audi Quattro. Una macchina bestiale, progettata appositamente per vincere le gare. Con lei, e con la navigatrice italiana Fabrizia Pons, ha raggiunto un primato: nel 1981 è stato il primo equipaggio completamente femminile a vincere un rally. Era quello di Sanremo.
In totale, le due hanno conquistato nove podi, di cui quattro vittorie. E nel 2008 sono riapparse nel mondo delle corse, sempre in coppia, partecipando a un rally in Nuova Zelanda, 22 anni dopo il ritiro.
Oggi, Michele Mouton è rimasta molto legata al mondo dell’automobilismo, tanto che dal 2010 è diventata una dirigente della FIA (Federazione internazionale dell’automobile) e presidente della commissione Women and Motor Sport.
Personaggi come lei magari non sono noti alla massa, ma vanno raccontati, per il talento e per tutto quello che hanno dato al mondo dell’automobilismo.