Presentata per la prima volta al salone di Torino nel 1972, la Beta berlina è stata la nuova ammiraglia Lancia a vedere la luce, dopo l’acquisizione operata dalla Fiat nel 1969. Fin da subito, è finita sotto la lente della stampa specializzata dell’epoca (leggi la storia di questa HPE).
Nel 1972 per saggiarne le doti, nasce nella redazione di Gente Motori l’idea di testare in modo estremo il nuovo prodotto Lancia. Gianni Marin, storico direttore della rivista milanese, ha in mente di effettuare in pieno inverno un raid da Capo Spartivento (Reggio Calabria) a Capo Nord, rispettivamente il punto più meridionale e quello più settentrionale del continente europeo.
Mentre alla Lancia sono in fase di allestimento due vetture per affrontare il raid, sorge il dubbio tra i giornalisti di Gente Motori, su chi sarà il pilota e il capo spedizione di questa impresa. Per i suoi trascorsi, la scelta ricade sul giovane Amedeo di Savoia duca d’Aosta.
Il duca, oltre ad essere un grande appassionato di auto e gentleman driver, è stato protagonista e capo-spedizione nel 1970 di uno dei raid più spettacolari e leggendari di tutti i tempi: il famoso “raid dei due capi” o “raid dei tre continenti”.
Infatti era riuscito, nel giro di un mese e mezzo, a portare 3 Fiat 124 da Città del Capo a Capo Nord. Ma se il punto di arrivo, raggiunto con le 124 era d’estate (il raid infatti terminò in agosto), quello da raggiungere con le Lancia Beta, era completamente “artico”, con temperature che sfioravano i 40 gradi sottozero e nemici implacabili come il ghiaccio e la neve (situazioni affrontate anche da questi due avventurieri su Mercedes).
Dopo aver accettato la proposta di Gente Motori, il duca impose ai tecnici della Lancia una livrea arancione (per avere maggiore visibilità nella neve in caso di emergenza); le due auto prelevate dalla catena di montaggio per l’allestimento erano bianche.
Riverniciate di arancione, dotate di un roll-bar, di uno sbrinatore supplementare per il parabrezza, di fari antinebbia e di un faro supplementare, collocato nel paraurti posteriore, per mantenere il contatto visivo con l’altra macchina, le due Lancia Beta, scelte per affrontare questa prova, erano per il resto due auto assolutamente di serie.
L’equipaggio totale della spedizione sarà composto da sette persone: il duca d’Aosta, un altro pilota amico del duca, l’inviato e il fotografo di Gente Motori, due meccanici della Lancia e un cineoperatore della Rai di Torino, incaricato di girare per l’archivio storico Lancia.
Tutto è pronto e la partenza ufficiale è fissata per il 28 febbraio 1973 a Capo Spartivento, dove sono presenti appassionati e un notaio per certificare l’inizio dell’evento. Le due Beta procedono fin dall’inizio a tappe forzate, per di più notturne. Questa è una condizione imposta dalla casa torinese, il raid si preannuncia altamente pericoloso e impegnativo. La Lancia quindi non vuole pubblicità negativa in caso di insuccesso.
Nelle tappe italiane del raid si procede soprattutto di notte. Dopo aver attraversato velocemente Italia, Germania e Danimarca, iniziano le difficoltà della Scandinavia. Dopo la prima agognata meta del circolo polare artico, temperature sfioranti i 40 gradi sotto zero, ghiaccio e muri di neve invalicabili, le due Beta raggiungono l’isola di Capo Nord l’8 marzo 1973. Bambini festanti salutano l’equipaggio italiano e il sindaco della città più a nord d’Europa stringe la mano ad Amedeo di Savoia duca d’Aosta: l’impresa invernale di due Lancia a Nord Kapp è compiuta!
Il raid vero e proprio termina qui, nel viaggio di ritorno le due Lancia Beta omaggeranno le principali filiali Fiat-Lancia d’Europa. La tappa finale è Ginevra in occasione del 43esimo Salone internazionale dell’automobile, in cui la Lancia beta berlina sarà presentata alla stampa internazionale. Terminato il raid, uno dei due esemplari fu donato dalla Lancia al duca d’Aosta. Dopo un periodo di lungo inutilizzo, nei primi anni novanta la Beta fu regalata dal duca al mio babbo, in virtù dell’amicizia che li legava da anni.
Per decenni, abbiamo tenuto la Beta nel nostro garage, utilizzandola come ripostiglio per pezzi di ricambio, senza dare troppo peso alla sua storia, che tra l’altro non conoscevamo in modo così dettagliato. Tutto è cambiato nel novembre del 2013, dopo aver casualmente trovato un articolo, sulla rivista ufficiale Lancia del 1973, in cui si parlava del raid delle due Beta. Da lì è partito tutto; abbiamo deciso di restaurare completamente la macchina, ripristinandola in ogni suo particolare. Finalmente dopo due anni di lavoro, e uno stop lungo 30 anni, il motore è tornato a girare nuovamente. Delle due Beta del raid di Gente Motori, la nostra è l’unica sopravvissuta.
Francesco Salvi
Storia interessantissima, e più foto di questa Beta non ce ne sono?
Unica precisazione, nessun punto della Calabria è il punto più meridionale d’Europa. In Italia, persino Catania (che è nel centro della Sicilia) è più meridionale della Calabria, ma mi sa che ancora più un basso è qualche isola greca, lasciando stare Cipro o addirittura le Canarie, che comunque non sono geograficamente in Europa e sono tuttavia un po’ fuori mano…
Saluti da Tenerife!