“Il mio nome è Ayrton e faccio il pilota e corro veloce per la mia strada… “. Così esordiva Lucio Dalla nella sua canzone “Ayrton” dedicata proprio al pilota di formula 1 che perse la vita l’1 maggio 1994, uscendo di pista alla curva del Tamburello durante il Gran Premio di Imola.
Al pilota Brasiliano e a quel giorno infausto è dedicata la mostra fotografica “Ayrton Senna. L’ultima notte” inaugurata il 12 aprile all’interno della collezione permanente del museo Lamborghini di Sant’Agata Bolognese. Sarà visitabile fino al 9 di ottobre.
Oltre alle splendide e, a tratti, drammatiche foto di Senna, i visitatori avranno la possibilità di ammirare le vere monoposto guidate dallo stesso pilota di San Paolo, in Brasile: Toleman, Lotus JPS, McLaren e Williams. Compresa una McLaren MP 4/8 bianca con motore Lamborghini, identica a quella testata dal pilota ad Estoril.
A detta del Ceo Lamborghini Stefano Domenicali, quest’ ultima è una vettura immancabile per il museo, in quanto è testimone dell’impegno assunto dalla casa automobilistica di Sant’Agata Bolognese, nel campionato di formula 1 dei primi anni ’90.
Il ricordo di Senna, non è altro che un viaggio nella memoria collettiva, nella quale ogni appassionato identifica l’esatto istante in cui è successo il tragico evento: le emozioni provate, i dolori, i ricordi più personali. Un grande pilota, eroe immortale dallo sguardo sempre malinconico, dotato di un’ immensa bravura e capacità di giudizio, in anni in cui la Formula 1 era caratterizzata da auto pericolosamente potenti e piloti irrazionalmente impavidi.
Tamburellano nelle tempie, come pensiero persistente, le stesse parole utilizzate dall’immortale Lucio Dalla, nei versi conclusivi della sua canzone:
“anche se forse non è servito a niente
tanto il circo cambierà città
tu mi hai detto “chiudi gli occhi e riposa
e io adesso chiudo gli occhi… “.
Con il rombo del motore che si allontana e il battito cardiaco che si ferma.