L’amore per un’auto d’epoca è qualcosa di veramente unico, e quasi indescrivibile per chi non conosce e non si vuole avvicinare questo mondo. Se parliamo di Alfa Romeo, il sentimento diventa ancora più profondo.
Ed è una cosa che nasce subito, all’istante. Può accadere con modelli come l’Alfetta, ma anche con una Alfa Romeo 1900 Super.
Di lei si è innamorato Marco Ruffoni, in un’estate del 2000. La passione per Alfa Romeo era già radicata, perché se i ricordi di famiglia sono legati a una Giulia 1300 ti, è impossibile dimenticarli.
Dopo aver ricevuto una soffiata da parte di un amico, ha trovato una 1900 in vendita, e dopo qualche giorno si è deciso ed è andato a vederla.
Come capita spesso con le Alfa Romeo, nel giro di un’ora l’affare si è concluso.
Ma per godersi appieno questo gioiello costruito al Portello ci vuole tempo. L’auto deve essere restaurata, e gli ostacoli non sono pochi.
In particolare per i pezzi. Ce ne sono alcuni rari, e altri introvabili, tanto che vanno costruiti da zero.
Alla fine, a ottobre del 2004, questa Alfa Romeo 1900 è pronta per il suo esordio in passerella. E trova la cornice giusta per presentarsi al pubblico nella sua nuova veste: il salone Auto e moto d’epoca di Padova, un punto di riferimento in Italia.
Da qui è iniziata la vita sociale di questa Alfa, che insieme a Marco ha iniziato a girare gli eventi del Nord Italia.
Poi, dopo qualche anno, il rapporto è entrato in crisi. Siamo nel 2013, e un po’ per un calo di passione, un po’ per gioco, Marco mette in vendita la sua 1900.
Forse è proprio questo il momento di svolta, perché alla sua porta si presenta un acquirente tedesco che, come moltissimi altri, vuole portare un’Alfa Romeo in Germania.
Ma chi conosce la storia del Biscione, non può lasciare che una macchina di questo calibro se ne vada. Lo stesso Marco ammette che saperla in Germania gli avrebbe fatto male, anche pensando all’immenso valore storico che ha questa 1900.
Dalla targa che dopo essere rimasta per 56 anni appesa al baule sarebbe sparita, lasciando spazio a una brutta sostituta tedesca, portando via con sé la storia dei nove proprietari che l’hanno posseduta, partendo dal primo, l’allora console argentino a Genova Enrico Precetti.
All’autosalone, questa macchina è stata comprata da una personalità importante, perché non era un’auto per tutti. E non lo è nemmeno oggi, perché questa eleganza ha bisogno di cura.
Ma anche di un po’ di sprezzo del pericolo. Perché è un’auto che può regalare molta adrenalina. Marco l’ha capito quando ha deciso di partecipare alla 50esima edizione di Autodelta, all’autodromo di Monza.
Voleva fare un giretto turistico, ma il Biscione non dorme mai, e Marco l’ha capito bene: «La sua anima sportiva è uscita in modo prepotente, così l’ho messo alla frusta, ed è stato un divertimento unico. Perché le Alfa Romeo rimangono fedeli alle origini sportive anche dopo 50 anni».