L’amore per la piccola Fiat 126 FSM si tramanda da generazioni.
Il rapporto della mia famiglia con la 126 è nato nel 1982 quando la mia bisnonna “materna” ha comprato una Fiat 126 Personal 4 “Blu Ministeriale”, trovandola molto più comoda e scattante della sua 850 special “Avorio”.
E anche la nonna ha avuto una 126. Questo perché suo il nonno era molto geloso della sua Fiat 131 Supermirafiori “Bianca” del 1983 e lei non la poteva guidare. Così nel 1986 ha deciso di comprarle una 126. Dopo l’attesa per l’arrivo in concessionaria, mia nonna ha avuto la sua 126 FSM “Rosso Scuro” con il pacchetto dei pochi optional al completo.
Una notte dei primi giorni del 1987 dei ladri hanno scardinato il cancello del cortile e rubato l’auto. Ma più ritrovata.
Nell’estate dello stesso anno era già quasi pronta la presentazione della nuova Fiat 126 BIS, erede della tanto amata 126 FSM di mia nonna. Il nonno voleva ridarle un’auto e si è informato sulla nuova BIS, guardando come comprare una Fiat 126 usata, sconsigliata da diversi meccanici per i possibili problemi del nuovo motore a sogliola raffreddato a liquido, tra cui la purtroppo nota testata facile a fondersi. Avute queste informazioni ha iniziato la caccia a una FSM con l’affidabile ed ormai storico bicilindrico ad aria (leggi la storia della Fiat 126)
In un concessionario Fiat di un piccolo paesino poco lontano, ha scovato una 126 FSM nuova, immatricolata nel 1986 dallo stesso concessionario questa però a differenza della prima era “Bianco Corfù” e non aveva molti optional. Per la FSM erano disponibili i vetri posteriori apribili a compasso, le cinture di sicurezza, i sedili reclinabili e il lunotto termico.
Optional che la prima 126 aveva, ma questa bianca era dotata solo dei sedili reclinabili e del lunotto termico.
A metà anni 90 la bisnonna per la patente ha regalato ai nipoti la sua 126 Personal 4 “Blu Ministeriale” ormai vecchia ma che continuava ad essere perfetta. Quindi in casa le 126 diventano due: la FSM la Personal 4. Quest’ultima a fine anni 90 viene venduta, insieme alla Fiat 131, a favore di una Renault Clio e una Autobianchi Y10.
Nel 2003 è iniziato il declino della piccola scatoletta bianca. Inizialmente è stata usata poco, per poi stare ferma in Giardino. Nel 2007, hanno iniziato a girare le prime voci di rottamazione.
In me peròinziava a crescere un amore incondizionato verso la piccola 126, che ho salvato a 9 anni, grazie ai nonni.
Vedendomi cosi attratto mi avevano promesso che sarebbe diventata mia. Nel 2009 mio zio l’ha rimessa in funzione per venderla ma quando è arrivato il primo acquirente per vederla, mi sono messo a urlare. Così è crollato il piano di venderla, senza nemmeno metterla a moto.
L’hobby dell’estate 2011 era lavare e lucidare la 126, facendola apparire esternamente come una macchina perfetta in piena attività, ma sotto la carrozzeria lucida la ruggine dilaga e negli anni successivi il lavarla non bastava più.
Dopo un terzo tentativo di rottamazione, e in seguito a vari litigi familiari, l’ho salvata prendendo i documenti e smontando le targhe.
Ma tornando alla mia 126 è l’estate 2014 ormai non faccio altro che chiedere ai miei di farla restaurare e con l’appoggio di mio nonno e di un mezzo “ok” di mio padre la 126 dopo più di 10 anni di fermo viene caricata sul carroattrezzi,portata in officina. Comincia il lungo restauro della piccola;iniziando dal motore che si trova in condizioni peggiori di quanto ci potessimo aspettare. Scoprimmo che era mancante di una candela ed una non era avvitata perché spanata la sede e quindi per diversi anni ha piovuto direttamente dentro al motore;tant’è che smontata la coppa dell’olio usci acqua a litri e di conseguenza era un cumolo di ruggine insalvabile.
I miei finalmente avevano capito le reali intenzioni, dandomi così la piena disponibilità al restauro.
Iniziata l’opera, non restava che ordinare i pezzi dalla sua patria, la Polonia: arrivati all’inizio del 2014, la 126 vede ha visto rientrare nel suo vano motore un cuore totalmente nuovo e 100% polacco made by FSM.
Dopo la meccanica era il momento della carrozeria: portiere, cofani, fari, parafanghi ecc. Praticamente solo parabrezza e lunotto si salvavano dopo quei lunghi anni d’abbandono.
Trovato il restauratore esperto di bicilindriche Fiat è iniziato il lungo e laborioso restauro della carrozzeria. Adesso mancava solo il nome: era banale chiamarla 126 così l’ho battezzata Karolina.
Il nome Carolina mi ha sempre ispirato simpatia ma con la K iniziale per ricordare le sue origini polacche. Il 24 Maggio 2015 Karolina ha fatto la sua prima uscita pubblica e con alla guida mio padre al primo di tanti raduni.
La macchina che mi ha visto crescere, che io conosco meglio delle mie tasche, che mi ha atteso per tanti anni è finalmente diventata a tutti gli effetti la mia prima auto; e oggi Karolina sfreccia con me alla guida nelle strade del 21esimo secolo seminando sorrisi e stupore.
Paolo Asciutto
Bravo Paolo, sul forum Autoconfronti c'è tutto il restauro