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    Categories: Storie di auto

Innocenti Koral, la Rivoluzione a quattro ruote

Più di qualsiasi considerazione storica o politica, il centenario della rivoluzione bolscevica evoca in me il ricordo diretto della Innocenti Koral, la macchinina rossa con cui ho imparato a guidare.
Ho preso la patente grazie a un’auto sovietica, che era stata pensata e costruita secondo i canoni di quella cultura economica e industriale.

Innocenti Koral.

Mio padre l’aveva comprata quattro anni prima, per 6 milioni di lire, nel 1990 – solo un anno prima della fine di un’era – perché tra un’auto usata e una nuova al prezzo di una usata aveva preferito la seconda opzione.
La Koral era la versione italiana – distribuita dalla Innocenti/Fiat – della Yugo della Zastava, storica casa automobilistica con sede nella cittadina serba di Kragujevac.

Come le Trabant a Berlino o le Chevrolet anni ’50 a Cuba, nell’ex Yugoslavia la Yugo – con quel nome così familiare – era l’auto di tutti, l’auto del popolo. E come un auto popolare era stata progettata: consumi pressoché inesistenti, lunga durata di telaio e motore e pochi, essenziali comandi.
Con una manutenzione minima e uno sputo di benzina, la Koral si accendeva e andava, portandoti ovunque, in una sorta di rivoluzione permanente.
La Yugo-Koral fu anche la prima automobile costruita in una nazione dell’Europa orientale – in piena guerra fredda – a essere esportata negli Stati Uniti.


900 cc di cilindrata per una quarantina di cavalli, la Koral aveva l’affidabilità di un panzer ma bisognava saperla usare. Mai superare gli 80 km/h (100 in autostrada, ma solo se non pioveva), perché altrimenti spiccava il volo; manovrare con delicatezza gli interruttori dell’aria, perché sovente ti restavano in mano; sorpassare solo Pande o Fiat Uno, perché aveva la ripresa di un ottantenne zoppo in salita; non scalare troppo presto le marce perché le vibrazioni alle mani ti davano il solletico, e altri piccoli accorgimenti che oggi non ricordo.

Tra l’altro la Koral era brutta, e parecchio, con quel design (design?) da scatoletta di tonno venuta male al punto che la rivista Time l’ha inserita tra le 50 auto più brutte di tutti i tempi.

È vero che a 18 anni non me ne fregava nulla di avere un’auto bella (in realtà me ne importa ben poco anche oggi), ma sopratutto, nonostante tutto, noi l’amavamo. Io ed i miei amici.
Innanzitutto perché significava la libertà di movimento, in un piccolo paese dove i mezzi pubblici non esistono, e poi perché era l’insostituibile compagna delle nostre giornate. Tra gli amici, chi non era ancora maggiorenne o chi non aveva la macchina sapeva che poteva contare su di lei, sulla sua robustezza socialista che non ti tradiva mai.
Era sempre in giro e mai dal meccanico, se non per il classico tagliando. C’era sempre, la Koral: anche in quelle notti alcoliche in cui nessuno avrebbe potuto guidare, a volte avevo la sensazione che mi portasse a casa da sola. E chissà che qualche volta non l’abbia fatto davvero.
Grazie, vecchia adorabile scatolina di latta!

Marco Todarello

Redazione:

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  • Considerando che il modello originale fu lanciato nell'80, non la definirei affatto brutta. Figlia della sua epoca, il progetto era abbastanza all'avanguardia per il momento storico che vide la sua Genesi.
    La linea ricorda un misto tra Panda, A112, 127, Mini 90, Ritmo e Golf 1. Forse non è molto personale ma non mi sentirei di definirla "brutta", visto che assomiglia a diverse auto - tutte più o meno famose e ricercate oggi dai collezionisti.
    Era anche (al contrario di quanto dicono i siti americani) affidabile come tutte le altre Fiat e non soffriva di problemi di elettronica (quello che non c'era non si rompeva).
    Ricordo anche che le versioni Innocenti riservavano una dotazione di pregio rispetto alle versioni per il mercato interno: plastiche nere, modanature e paraurti ripresi direttamente dal modello GVX a connotazione sportiva, sedili rivestiti in velluto di provenienza Fiat Croma, perdisposizione autoradio.
    Al di la degli slogan e delle critiche stupidamente infondate dei "potenti", razionalizzando per un momento:
    La Innocenti Koral 45 (motore 903) costava nel 1991 quanto una fiat 126 (la BIS 704 fatta in Polonia, quella si fonte di parecchi grattacapi ai proprietari per qualche difetto progettuale che faceva letteralmente cuocere le guarnizioni della testa), e la versione Koral 55 (col 1100cc della 128/Ritmo60/Uno55) qualcosa meno di una Panda. Non male il risparmio e il rapporto qualità/prezzo verso la concorrenza interna.
    Quindi perchè demonizzare la cara e onesta Koral, antesignana delle odierne "low cost"?

  • Anche per me è stata la mia prima auto con stereo che valeva più della macchina però ho solo bei ricordi

  • Saluti a tutti . Imparatela a guidare e otterrete 28 km per un litro di benza . Ne possiedo una che ha 30 anni e 500000 km . Vorrei ricordare a tutti che le auto di piccola cilindrata a carburatore se guidate bene e non caricate come se fossero treni merce consumano pochissimo . Viva il 903 . È una bomba !

  • Grande Macchina, io avevo la 45 Color rosso.
    Quanti ricordi.... amici, amori, trasferte, serate infinite... mamma mia mi vengono i brividi.

  • La Koral di sovietico non ha assolutamente nulla: È un progetto Fiat, ha il pianale della 128 e il motore della 127 da 903cc (la 45) e della 128 1116cc (la 55). Avrebbe dovuto essere l'erede della 127, ma poi a Torino preferirono lasciare questo compito alla rivoluziona Uno e vendere il progetto alla Zastava.
    E comunque a me è simpatica: Preferisco di gran lunga le low cost alle gran turismo.

  • Un paio di anni fa ho recuperato una Zastava Yugo in Croazia e l'ho portata in Italia. Si tratta di una Yugo 55, con motore Lampredi 1116cc.
    E' un'auto onesta, figlia della sua epoca (fine '70, non primi '90..) e a dispetto dei luoghi comuni per nulla scadente, anzi. La linea può piacere o meno, ma se guardiamo il panorama delle auto d'oggi, cosa salveremmo?
    La cosa che mi pare interessante è che nell'80 la Fiat la giudicò negativamente per cederla alla Zastava.. ed esattamente 10 anni dopo la rivalutò per venderla (a marchio Innocenti) nel mercato interno. Curiose strategie di mercato.. mah!

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