Basta andare di pochi anni per ritornare ai viaggi di una volta: quelli con la mappa. Nelle macchine era normalissimo avere una cartina o un atlante stradale, e da lì capire poi la destinazione da raggiungere.
Oggi la strada non si guarda neanche, perché con il gps è sufficiente seguire le indicazioni e lasciarsi condurre.
Per arrivare a questo punto il percorso è stato lungo, ed è iniziato quasi 50 anni fa. Infatti, già all’inizio degli anni ’70, c’è chi ha inventato il precursore del navigatore satellitare.
Si tratta di un navigatore a cassette, ed è un sistema più complesso di quanto si possa immaginare. In parole povere è una registrazione che dice al momento quando girare e in quale direzione.
Guardando il video che potete trovare in fondo all’articolo, si nota che il sistema funziona con una serie di segnali acustici. Il sistema quindi è abbinato a una unità di controllo e al contachilometri. In questo modo, il sistema riesce a calcolare la distanza prima di far partire la voce con la successiva indicazione.
Questa tecnologia era stata progettata per funzionare con ogni tipo di macchina, bastava regolarla a seconda delle dimensioni delle ruote. Un po’ come funziona con i computer per le biciclette.
Ovviamente, c’erano parecchi limiti all’uso di un sistema di questo tipo. a partire dal fatto che trovando una strada chiusa, o semplicemente sbagliando direzione, sarebbe diventato completamente inutile.
Se anche adesso il ricalcolo a volte arriva troppo tardi, quella volta non c’era proprio, quindi non esisteva nemmeno margine di errore.
Una scoperta comunque interessante perché, ben prima dell’utilizzo dei satelliti per le masse, c’era alla base un’idea che è diventata realtà nel modo in cui era stata in qualche modo pensata.
Estremamente futuristico per l’epoca, un po’ come alcune invenzioni che vediamo nei test odierni, e che generano parecchio scetticismo.