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Ferrari, verso il ritorno del marchio Dino

Ferrari Dino 246 GT.

Guardare al passato per migliorare il futuro. Sembra pensarla così Sergio Marchionne che, secondo voci ben informate, sarebbe deciso a rilanciare il marchio Dino nell’orbita Ferrari.
L’amministratore delegato del gruppo FCA Fiat-Chrysler, ha pensato di far risorgere il nome di queste auto – prodotte tra il 1968 e il 1976 – per andare a riempire un nuovo segmento di mercato.
Quando uscì la prima Dino, si trattava di qualcosa di nuovo per il marchio Ferrari. Un’auto con un motore più “blando” rispetto al resto della produzione, il logo “Dino” al posto del Cavallino rampante, e un prezzo che di fatto era un po’ più accessibile rispetto ad altri modelli come ad esempio la più esclusiva 365, prodotta negli stessi anni. Una scelta commerciale che era nata per entrare in competizione con il marchio Porsche, che aveva prezzi più bassi rispetto alle Ferrari, ma non poteva costringere la Casa di Maranello a creare modelli più economici con il Cavallino Rampante sul cofano.

Ferrari Dino 206 GT. Il prototipo del 1967.

Con le Dino, Ferrari ha introdotto un nuovo tipo di motore. Si trattava di un sei cilindri a V, che sulla prima auto a montarlo, la Dino 206, abbinato a tre carburatori Weber 40DCNF3 aveva una potenza massima di 180 cavalli e permetteva all’auto di raggiungere una velocità di punta di 230 km/h.
E Marchionne vorrebbe proprio ripartire da questo V6 per una nuova gamma di macchine sportive. Il manager ha detto che non si tratta di un “se” ma di un “quando”.

Ferrari Dino 206 GT. Un modello del 1968.

Insomma, sarebbe lecito aspettarci di rivedere in strada delle nuove Dino, che dovrebbero essere più piccole e leggere delle Ferrari tradizionali. Il motore V6 dovrebbe essere più o meno lo stesso che è stato sviluppato per Maserati, e che vedrà la luce anche sui futuri modelli Alfa Romeo.

Ferrari Dino 246 GTS. Il design è inconfondibile.

Parlando di prezzo, Marchionne ha sgomberato subito il campo da dubbi: non si tratterà di una Ferrari economica. La nuova Dino, come in passato, potrebbe essere lanciata come marchio a sé e comunque sarà un modello esclusivo.
Il paragone che ha fatto il nuovo presidente della Ferrari è chiaro, ed è con la Porsche Boxster. Marchionne non vuole fare un’esperienza simile a quella, quando la sportiva tedesca veniva considerata una Porsche economica.
Sull’esclusività che avrà la Dino, Marchionne è stato categorico: «Non cercherei mai di vendere 500 automobili con il rischio di danneggiare il nome della Ferrari».

Redazione:

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  • Io credo che l'odea non è niente male! Ricordando che la Dino Ferrari dava i motori alle mitiche Fiat coupè e spider ed anche alla Lancia Stratos! Quindi questo storico marchio può dare il via ad un ritorno della scuola e sartoria(dising) Italiana che ha fatto scuola nel mondo! Un importantissimo appunto: da non trascurare anche il marchio AUTOBIANCHI che con l'112 Abarth aveva creato un mito!

  • Nel 1983/84(avevo 15 anni) conobbi colui che sarebbe diventato mio zio..... L'incontro fu folgorante. Conscio della mia smisurata passione per le auto, mi "prese per mano" e mi portò a fare un giretto, da Pistoia a Montecatini Terme, sulla sua Dino 206 GT. Non avevo mai iaggiato su una Ferrari, l'impressione fu scioccante, piacevolmente scioccante. Il 6 cilindti a pochi cm dalla mia schiena, il cambio in bagno d'olio(freddo, tanto da dover essere trattato con i guanti da zio Gabry), la sensazione di essere più su un ottovolante (viaggiava sui binari, ad una velocità a me sconosciuta....), che su un' automobile, il rombo all'ingresso delle gallerie, e che freni !!!!!!! Un gioiello unico(prototipo in alluminio, peso irrisorio, un bambino, appoggiandosi distrattamente, fece rientrare una delle palpebre bombate anteriori una volta.....). Fui galvanizzato da quella rombante passeggiata, per giorni, ma quello fu solo il primo di una interminabile serie di "lezioni" di vita, automobilistiche(porsche 924, Maserati 428, alfa GTV, , zio faceva cronoscalate con un gt junior da giovane, un portento al volante, come nella vita, mi manca molto :-( ....) e non.....
    Insomma, tutto questo per invogliare i costruttori Italiani a fare auto come facevano un tempo, o almeno ridarci quel "brivido del pericolo" che solo le auto di un tempo ci danno......

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