L’idea di una gamma “economica” di Ferrari è una cosa impensabile al giorno d’oggi, ma una volta un’idea del genere girava dalle parti di Maranello. Ed era l’idea che stava alla base della Dino, che montava un motore V6 e non uno dei classici V12. Le cose hanno avuto poi una certa evoluzione, visto che oggi questo modello è molto ricercato e apprezzato dagli appassionati. E ovviamente, come quasi tutti i modelli del Cavallino Rampante, ha dei prezzi riservati a pochi facoltosi appassionati.
Il nome l’aveva preso da Alfredo, figlio primogenito di Enzo Ferrari, morto a 24 anni a causa della sindrome di Duchenne. Ed era in sostanza una linea a sé, che non portava il marchio della casa automobilistica, ma quello personalizzato.
C’è da dire che questa serie, con i modelli 206 e 406, ha visto un crescente interesse con il passare degli anni. E nel tempo, come logica conseguenza nel mondo delle auto d’epoca, i prezzi sono aumentati costantemente.
Avevamo già parlato della Ferrari Dino Prototipo che sarebbe stata venduta al Salone Retromobile di Parigi. Si tratta di una 206 Berlinetta Speciale, disegnata da Pininfarina, e basata sul telaio della Dino 206S da competizione. Ed è stato l’ultimo design supervisionato direttamente da Battista Farina, prima della sua morte nel 1966.
La macchina era stata Donata dal figlio Sergio al museo gestito dal francese Automobile Club de l’Ouest. Ma quando sono arrivati tempi di ristrettezze economiche, la Ferrari ha preso la via della vendita per riempire le casse.
Ovviamente, una macchina con questa storia è stata tra le regine di Retromobile e tutti i riflettori si sono puntati su di lei. Alla fine è stata battuta all’asta da Artcurial al prezzo di 4,4 milioni di euro.
Tra le altre supercar per cui gli acquirenti si sono sfidati per cifre di almeno un milione c’erano anche una Porsche 959 del 1987, una Bugatti Type 35 Atlante del 1935, Una Mercedes 300 SL Roadster del 1961 e una Lamborghini Miura SV del 1972.
206 e 406? Parliamo di Dino o di Peugeot?