Carros de Cuba, l’isola del tesoro diventa un libro
Le automobili di Cuba sono un gioiello che non deve essere perso. Diventate ormai un segno di riconoscimento dell’isola, con il recente cambiamento politico, rischiano di sparire nel futuro.
Anche per questo motivo il fotografo Piotr Degler ha deciso di immortalare queste auto d’epoca nel progetto Carros de Cuba, per far diventare così eterno un pezzo di storia. Una cosa molto interessante, come lo è anche il documentario Havana Motor Club.
Degler ha fatto un importante viaggio sull’isola, alla ricerca delle auto più belle. E ha fotografato tutte le macchine più interessanti, facendo un totale di 25.000 scatti. Poi ne ha scelti 12, e con questi ha fatto un calendario per il 2015.
La cosa è diventata subito virale, in particolare grazie a una immagine che ritrae una Merceds 300 SL Gullwing abbandonata e arrugginita.
Adesso Degler ha deciso di mettere molte altre delle sue bellissime immagini e farci un libro. Per farlo ha deciso di affidarsi al crowdfunding, raccogliendo donazioni su Kickstarter per realizzare il suo progetto.
Nel momento in cui scriviamo questo articolo, il progetto ha raccolto oltre 16.500 dollari, e ha un obiettivo prefissato di 30.000, da raggiungere per il 15 gennaio del 2016.
Parlando del suo libro Carros de Cuba, Degler ha detto: «Parlare di Cuba è riferirsi alle sue automobili. Quando nel 1959 Fidel Castro ha fatto una legge per limitare l’importazione di macchine, non sapeva del favore che avrebbe fatto a noi appassionati». Durante il suo viaggio, sognato per molto tempo, il fotografo ha avuto grandi opportunità.
«Ho viaggiato nell’isola da Vinales a Santiago de Cuba fermandomi in dozzine di paesi e città. Facendo amicizia con appassionati di auto e meccanici locali, ho potuto aprire porte che sono di solito chiuse ai turisti stranieri. Oltre alle macchine classiche americane, Cuba mi ha messo davanti alcuni tra i pezzi più significativi nella storia dell’automobile».
Che dire ……. una sofferenza vedere gioielli simili abbandonati a se stessi. Per persone che come mè poi non possono nemmeno pensare di avvicinarsi a vetture di tale prestigio è una sofferenza maggiore.