Alfa 6C rubata, presa banda di nomadi
La scorsa primavera, aveva fatto il giro d’Italia la notizia del furto di una Alfa Romeo 6C alla Mille Miglia. La macchina, una 2500 Sport Cabriolet Touring Superleggera del 1942, con un valore di circa un milione di euro, era stata lasciata in un carrello all’esterno dell’hotel Noce di Brescia.
Ma il suo proprietario, il tedesco Jeroen Branderhorst, non è partito per la gara, perché carrello e auto sono stati portati via durante la notte.
Dopo mesi di indagini, le forze dell’ordine sono riuscite a trovare gli autori del furto. Nessun colpo su commissione di qualche ricco collezionista, come si era pensato, ma un’azione compiuta da una famiglia di nomadi. Due pregiudicati, marito e moglie di 48 e 39 anni sono stati arrestati, e il figlio 19enne è stato messo agli arresti domiciliari.
Un dettaglio triste emerso da questa vicenda è che questa famiglia, esperta nei furti di automobili, portava sempre con sé la figlia di 7 anni, che in diverse occasioni è stata utilizzata come palo.
La bambina è stata tolta dal nucleo familiare e affidata a una comunità.
Questo furto, venuto alla luce grazie alla ricostruzione della polizia dopo lo studio delle immagini delle telecamere di sorveglianza, ha fatto emergere una dinamica quasi banale. La famiglia di nomadi è arrivata nei pressi dell’hotel, e non ha fatto altro che staccare il carrello dall’auto del collezionista tedesco a cui era collegata, per agganciarlo poi al loro furgone e dirigersi verso l’autostrada.
Forse le misure di sicurezza erano un po’ troppo basse per un’auto così prestigiosa. C’è anche da dire che difficilmente questi ladri sarebbero riusciti a rivendere un pezzo del genere.