Cinque Ferrari da urlo a Pebble Beach 2016
L’evento dell’anno sta per iniziare. Un weekend che non sfugge agli appassionati di auto d’epoca che, soprattutto se abitano in America, hanno la possibilità di vedere molte tra le macchine più belle del mondo in un solo posto. Nella settimana di Monterey dedicata ai veicoli storici, spiccano il concorso di eleganza di Pebble Beach e l’asta di mezzi di assoluto prestigio.
A dominare la scena – ma questa non è assolutamente una novità – ci saranno le Ferrari. Anche nell’edizione 2016 saranno battute alcune tra le Rosse più desiderate (e costose).
Vediamo quali saranno i pezzi migliori messi all’asta da Gooding & Company, insieme a questa perla da 20 milioni di dollari.
Ferrari 350 GT SWB Berlinetta
Si tratta di un modello che ha fatto il suo esordio al Salone di Parigi del 1959. La carrozzeria in alluminio è un lavoro che unisce l’arte di Pinin Farina e quella di Scaglietti. Ogni esemplare di questa serie è unico, perché la casa automobilistica di Maranello ha assecondato le esigenze dei facoltosi clienti.
Ma se questa auto è un capolavoro estetico, bisogna dire lo stesso anche per la meccanica (guarda questa 335 S Scaglietti). Che, infatti, è stata elaborata dal trio delle meraviglie composto da Giotto Bizzarrini, Carlo Chiti e Mauro Forghieri. È la prima Ferrari stradale a montare quattro freni a disco, e sotto il cofano ha un motore V12 da 3.0 litri, accompagnato da un cambio a quattro marce.
Comprata nuova nel 1962, da un acquirente di Napoli, ha cambiato poi molti proprietari, per lasciare definitivamente l’Italia nel 1973.
A Pebble Beach si stima un valore di vendita compreso tra i 10 e i 12 milioni di dollari.
Ferrari 250 GT Coupé
Questo auto ha un ruolo particolare nella storia di Maranello perché, di fatto, ha trasformato la produzione da artigianale a industriale. L’auto doveva essere prodotta di Pininfarina, che però aveva saturato gli spazi produttivi e così passò il lavoro alla carrozzeria Boano. Ogni esemplare veniva realizzato in acciaio, tranne 14 che sono stati fatti in alluminio.
L’auto nella foto, del 1956, è una di queste e per questo ancora più rara. All’asta stimano di venderla tra 1,5 e i 2 milioni di dollari.
Ferrari 250 GT Cabriolet – Seconda serie
Questa Rossa è stata prodotta nel 1960. Comprata nuova dal vercellese Maurizio Lessona nel 1960, è stata poi venduta all’attuale proprietario nel 1963. Non è così frequente trovare un’auto di questo valore che rimane nelle mani della stessa famiglia per oltre 50 anni. Tra le chicche di questa automobile ci sono i cerchi Borrani, lo scarico Abarth e la carrozzeria dipinta in Grigio Conchiglia.
All’epoca era stata pagato 5.800.000 lire. Oggi Gooding la valuta a circa due milioni di dollari.
Ferrari 330 GT 2+2 – Seconda serie
La seconda generazione di questo modello ha partorito 463 esemplari di questa macchina. L’esemplare in vendita è stato finito nel novembre del 1965 a Maranello, e ha passato quasi tutta la sua vita negli Stati Uniti. Nel 1990 ha subito un preciso restauro della meccanica, e nel 1998 la carrozzeria è stata dipinta in questo colore, che non è quello originale. Originariamente, la combinazione di colori era Oro Chiaro abbinato a interni Rosso Scuro.
Il prezzo stimato per questa auto d’epoca rimane comunque alto, anche se non paragonabile alle prime tre di cui vi abbiamo già parlato. Secondo le previsioni sarà battuta tra i 275.000 e i 325.000 dollari.
Ferrari 250 GTE
Questo modello è molto interessante nella storia Ferrari. Lanciato nel 1960, era una quattro posti che riusciva ad avere anima e stile molto sportivi. Anche qui c’è l’equilibrio perfetto tra grinta ed eleganza ottenuto da Pininfarina. Anche questa macchina, venduta nuova a un cliente di Cantù, è stata ridipinta. Originariamente era in Grigio Argento con interni rossi. Sembra che diversi collezionisti americani non riescano ad accettare di avere una Ferrari di un altro colore (ma c’è chi fa di peggio su una Ferrari).
Nonostante questo, il valore dell’auto per l’asta si attesta a circa mezzo milione di dollari.
Tutte le auto si possono trovare sul sito di Gooding & Company