Salvare questa Ford Fiesta MK1? Un dovere morale
di Marco Bellotti
A volte ci s’imbatte, per puro caso, in un’auto d’epoca che non si sarebbe mai pensato di comprare.
Questa storia inizia così, in una fredda e innevata serata del dicembre 2012, durante una passeggiata serale con il mio cane Jack.
E quella serami sono imbattuto in lei. Una Ford Fiesta Mk1, abbandonata sotto un mucchio di neve, con la sua sgargiante livrea arancione molto anni 70, in attesa del carro attrezzi che l’avrebbe accompagnata verso la fine dei suoi giorni: la pressa.
Ma facciamo un passo indietro: nel mio paese natale, in Toscana, vive un anziano signore che ho sempre visto viaggiare tutti i giorni con la sua “vecchia auto arancione”, diventata con il passare degli anni più un “mulo da soma” che un’auto storica come sarebbe dovuto essere.
La utilizzava come auto quotidiana per andare in città, per percorrere strade sterrate di montagna, per caricare ogni sorta di materiale, per andare a caccia. Insomma veniva sfruttata a pieno regime, mai lavata nemmeno una volta, ma alla sera veniva sempre riposta nel suo garage.
Con il passare dei decenni, il disinteresse verso il mondo delle auto storiche e la mancata dimestichezza con internet, costrinsero questo signore a sostituire a mano a mano alcuni pezzi come un fanale posteriore e i due sedili anteriori con pezzi prelevati da modelli di serie successive alla sua primissima serie. Nonostante ciò la piccola utilitaria continuava sempre a prestare il suo servizio, incurante del passare del tempo e dei graffi.
Un giorno di novembre del 2012 il suo padrone, per evitare una macchina che proveniva dal senso opposto al suo, finì con due ruote nella cunetta andando ad accartocciare tutta la fiancata contro un muro di pietra spaccando anche il vetro e i cardini della portiera. Spaventato dall’impossibilità di trovare i lamierati necessari per ripararla, decise dopo anni di sostituire la compagna di una vita con una macchina più moderna. La parcheggiò all’aperto davanti a casa in attesa che il demolitore venisse a prelevarla con il carroattrezzi.
Ed è qui che quella sera di dicembre l’ho trovata e mi ha impietosito il pensiero di vederla pressata con i suoi paraurti cromati e la sua targa nera originale. Da quella sera ho cercato di salvarla in tutti i modi, (come successo con questo Alfa Romeo 1900) riuscendoci in un modo che non era proprio nei miei piani.
Ebbene sì, dopo aver cercato di convincere senza successo il nipote a restaurarla e tenerla come ricordo di famiglia, dopo aver cercato di convincere il proprietario ad aiutarlo a pubblicizzarla su internet per venderla a terzi per pezzi di ricambio, mi sono lasciato trasportare e gli ho proposto di cedermela per poterla riportare a nuova vita.
Così ho fatto, e nel gennaio 2013 sono diventato il nuovo proprietario di questa Ford Fiesta L Prima Serie arancione del 1980.
Si tratta della prima utilitaria nella storia della Ford Motor Company con la quale ha debuttato con successo nel mercato europeo a metà degli anni ’70 riscuotendo una buona popolarità negli anni anche nel mercato statunitense.
La prima serie, a differenza delle altre che poi seguirono, presentava dei paraurti cromati molto retrò, i sedili anteriori senza poggiatesta rivestiti di una stoffa a “pied de poule” molto vintage e una gamma di colori molto simpatici. L’esemplare di cui sono entrato in possesso non era propriamente in buono stato, tutt’altro!
Dopo un primo sopralluogo prima di portarmela a casa avevo già notato delle difformità, ma non mi sono lasciato spaventare perché reduce della rarità di un’altra mia auto d’epoca, dove ogni singola vite la devo fare arrivare sempre dall’Europa settentrionale. Per il resto, danni a parte, la struttura dell’auto era molto sana soprattutto nei fondi. Così ho iniziato a restaurare la Ford Fiesta.
La carrozzeria ovviamente aveva subìto molti danni nell’incidente, quindi è stata risanata in buona parte dopo aver trovato una portiera nuova, grazie alla segnalazione di un appassionato su internet. Il colore è stato mantenuto originale, ovvero il suo arancione che tanto la contraddistingueva nei nostri piccoli paesi quando passava per strada.
Gli interni sono stati sostituiti completamente: i pannelli laterali erano rovinatissimi, i sedili anteriori non erano i suoi originali ed era strappata la stoffa originale della panchetta posteriore. La moquette non era il massimo, la cappelliera e il fondo del bagagliaio molto molto usurati e il cruscotto ha subito crepe dopo l’incidente con il quale la portiera, rientrando, l’ha schiacciato rompendolo. Il cielo è l’unica cosa che ho salvato.
Fortunatamente ho scovato in rete due gemelle in rottamazione, una in Sicilia e una in Veneto, dalle quali ho prelevato vari ricambi e tutto l’abbigliamento interno che era in ottime condizioni, come nuovo.
Di meccanica la mia “arancia meccanica” (questo il suo soprannome datole) era abbastanza in ordine, perché mantenuta e usata giornalmente in passato, anche se una piccola manutenzione di rito e un nuovo sistema frenante sono stati necessari.
Il futuro che l’attende sarà quello di tutte le auto storiche, ovvero molte cure, gite domenicali e la partecipazioni ai raduni dove sfoggerà più che mai il suo bel colore arancione.
Un giorno, l’ex proprietario è passato davanti casa mia mentre stavo lavando la sua ex Fiesta. Ha inchiodato, è tornato indietro e mi ha fatto molti complimenti perché la sua macchina non era così bella nemmeno al momento dell’acquisto.
Piccole soddisfazioni su auto modeste, ma che riaccendono i cuori di molte persone che nel vederla per strada non riescono a trattenere i ricordi legati a quella che per anni è stata l’auto preferita dei giovani del tempo.
Bella Storia, avevo Anch’io Auto Simile.